
"E improvvisamente da quella porta semichiusa, da quel salotto fatto di persone sconosciute, di voci lontane e confuse, di libri antichi, di quadri dipinti dal tempo, sento una risata. La sua risata. Di lei che mi è mancata, di lei che ho cercato, di lei sogno di mille notti. E' seduta su un divano in mezzo al salotto, tiene banco e racconta qualcosa, ride, e tutti ridono. Mentre io, da solo, rimango in silenzio. Ecco il momento che ho tanto atteso. Quante volte, frugando nei ricordi, spostando pezzi dolorosi, macigni di delusioni, sono andato giù, in fondo, fino a trovare quel sorriso. E ora, eccolo li, davanti a me. E lo dividoo con altri. Tutto ciò che era mio, solo mio. E improvvisamente mi ritrovo a correre attraverso un labirinto fatto di momenti: il nostro primo incontro, il rpimo bacio, la prima volta... L'esplosione impazzita del mio amore per te. E in un attimo ricordo tutto quello che non ti ho potuto dire, tutto quello che avrei tanto voluto che tu sapessi, la bellezza del mio amore. Quella avrei voluto mostrarti. Io, semplicemente cortigiano ammesso alla tua corte, inginocchiato davanti al tuo più semplice sorriso, di fronte alla grandezza del tuo regno, avrei voluto mostrarti il mio. Su un piatto d'argento, allargando le braccia in un inchino infinito, facendoti vedere il mio dono, quello che provavo per te: un amore senza confini. Ecco, mia signora, vedi, tutto questo è tuo. Solo tuo. Oltre il mare, e in fondo, laggiù, oltre l'orizzonte. Oltre il cielo e oltre le stelle, e ancora, oltre la luna e oltre quel che è nascosto. Ecco, questo è il mio amore per te. E altro ancora. Perchè questo è solo ciò che ci è dato sapere. Io ti amo oltre tutto quello che non ci è dato di vedere, oltre quello che non ci è dato di conoscere. Ecco, questo e chissà quant'altro ancora avrei voluto dirti. Ma non ho potuto. Non ho potuto dirti nulla che tu avessi voglia di ascoltare. E ora? Cosa potrei dire ora a quella ragazza seduta sul divano? A chi posso mostrare le meraviglie di quel grande impero che le appartenevano? Ti guardo e non ci sei più. Dove sei finita? Dov'è quel sorriso che mi rendeva naufrago di certezze, ma così sicuro di felicità? (...) Ora sono solo con lei, solo con il destino del mio passato. Mi prende la mano. (...) Ancora tu. Ma non dovevamo vederci più... E sento tutto il mio dolore. Quello che non so, quello che non ho vissuto, quello che ormai mi manca. Per sempre. Ma quante braccia ti hanno stretta per diventar quel che sei. Come hai ragione. Come è vero. Che importa. Tanto lei non me lo dirà, purtroppo. Così resto in silenzio. E la guardo. Ma non la trovo. Allora vado a cercare quel film in bianco e nero durato durato 2 anni, una vita. Quelle notti passate sul divano. Lontano. Senza riuscire a farmene una ragione. Graffiandomi le guance, chiedendo aiuto alle stelle. Fuori, sul balcone, fumando una sigaretta. Seguendo poi quel fumo verso il cielo, su, più su, oltre... Lì, proprio dove noi eravamo stati. Quante volte ho nuotato in quel mare notturno, perso in quel cielo blu, portato dai fumi dell'alcol, dalla speranza di incontrarla di nuovo. Su e giù, senza sosta. Lungo Hydra, Perseo, Andromeda... E giù fino a Cassiopea. Prima stella a destra e poi dritto, fino al mattino. E ancora oltre. E a tutte chiedevo: "L'avete vista? Vi prego... Ho perso la mia stella. La mia isola che non c'è. Dove sarà ora? Cosa starà facendo? Con chi?". E intorno a me il silenzio di quelle stelle imbarazzate. Il rumore fastidioso delle mie lacrime sfinite. E io stupido che cercavo e speravo di trovare una risposta. Datemi un perchè, un semplice perchè, un qualsiasi perchè. Ma che sciocco. Si sa. Quando finisce un amore si può trovare tutto, tranne che un perchè.
-F. Moccia- "Ho voglia di te"
2 commenti:
.......
le frasi delle canzoni di battisti sono ricorrenti in tutto il libro...il protagonista ama battisti!!
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